"A Carcare il ponte sulla Bormida, che divide il paese in due parti, è scomparso: le ondegiallognole del fiume lo hanno interamente coperto: un muro in mattoni della lunghezza di una ventina di metri, che serviva d'argine alla Bormida, fu interamente distrutto: Nelle botteghe e nelle stanze del pianterreno i tavolini, le madie, le seggiole, ecc. galleggiavano a guisa di barchette In una stalla, ove si tenevano parecchi cavalli, l'acqua superò l'altezza di un metro e mezzo, sicché le povere bestie si dovettero far salire al primo piano della casa. Tutti quelli che tenevano buoi nelle loro stalle, li trascinarono sul vicino cole della Boccialina temendo che non s'annegassero. Tutta la bellissima passeggiata di Pradonne, proprietà del sig. conte Naselli di Savona, fu quasi distrutta".
Così "La Gazzetta Piemontese" del 12 ottobre 1878 descriveva le conseguenze in Carcare dell'alluvione di pochi giorni prima.
Si parla sempre più spesso di "eventi meteorologici estremi" che scaricano grandi quantità d'acqua in tempi velocissimi.
Ciò ripropone, per la nostra valle, il pericolo rappresentato dalla possibilità di inondazioni da parte del fiume Bormida .
In realtà i cosiddetti "eventi estremi" ci sono sempre stati, solo che ora i media ne amplificano la conoscenza e le conseguenze, ma le inondazioni sono state frequenti e sempre presenti in passato nella nostra Valle.
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Cairo "La Bormida arrivò qui" 29/9/1900 |
Incominciamo dal lontano del 1331 quando a Ceva fu distrutto un intero quartiere, quello della Torretta), saltiamo poi al 1584 (6-7 luglio, “gagliarda commozione d’acqua a Cortemilia”), 1590 (18 settembre, a Cortemilia venne distrutto il ponte), 1596 (21 agosto, 17 morti a Carcare), 1630, 1654, 1664, 1685 (5 ottobre), 1744 (3-4 ottobre, diversi morti a Mallare, danni ingenti a Millesimo, ponti distrutti a Cortemilia e Ceva), 1775 (6 agosto), 1802 (a Roccavignale l’esondazione dei due torrenti Tile e Zemola spazzò via il borgo esistente sotto il castello), 1833, 1834, 1857 (19 ottobre), 1859, 1872 (2 ottobre, 17 ottobre: a Murialdo l’acqua arriva all'altezza della strada sotto la chiesa), 1878, 8 ottobre: sempre a Murialdo il ponte secolare, scavalcato dalle acque, viene distrutto, idem a Cortemilia dove la piena fu la peggiore che si ricordi mentre a Millesimo, dove il livello raggiunto dalle |
Millesimo "La Bormida arrivò qui" 8/10/1878 |
acque del “Bulmia” è ancor oggi ricordato da un’iscrizione, un bambino si salvò miracolosamente in una culla che - almeno così si raccontava- galleggiò nelle acque: fu chiamato Mosè), 1886, 1890, 1896, 1900 (27- 29 settembre, 7 morti a Mallare (paese dove le cronache ricordano alluvioni nel 1744, 1834, 1859, 1883, 1900, 1927 1933) a Millesimo asportati due archi della Gaietta), 1914 (9 settembre), 1926 (16 maggio: l’unica ricordata in periodo primaverile), 1927 (3 settembre), 1933 (26 settembre), 1937, 1° novembre: gravissimi danni ad Altare, a Carcare l’acqua arrivò a lambire i gradini della chiesa, per arrivare poi a quelle più recenti del 1987 e degli anni ’90: 25 alluvioni dal 1500 ! (ovviamente contando solo quelle che hanno lasciato tracce nelle cronache).
La storia, e la statistica, ci dicono che prima o poi ne arriveranno altre. Il problema è sapere se saremo pronti ad affrontarle.
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| Murialdo 8/10/ 1878 |
Se la causa delle piogge non è da attribuire alla responsabilità dell’uomo (anche se deforestazioni e l'innalzamento della temperatura possono non esserne estranee) e le inondazioni ci sono sempre state, l’uomo può comunque dare talora il suo contributo ad accrescere i danni, con l’occupazione, la cementificazione e la destinazione ad altri usi delle aree in cui il fiume poteva esondare senza far danni, o dello spazio libero sotto i ponti, con il restringimento degli alvei del fiume, con la costruzione di terrapieni e strade all’interno dell’alveo stesso. E quando questo avviene nei tratti urbani del corso del fiume, la situazione è ancora più rischiosa: l’acqua, come si sa, non si può comprimere.
Servono interventi strutturali, ed urgenti, che pongano rimedio a situazioni potenzialmente pericolose createsi in passato.
Prendiamo il caso di Carcare.
Negli anni scorsi a Carcare sono stati collocati nelle zone più critiche alcuni cartelli perammonire che la zona in questione era soggetta ad inondazione: ovviamente non bastano i cartelli, servono interventi che pongano rimedio a situazioni potenzialmente pericolose.
Nel tratto a nostro avviso localmente più pericoloso del fiume, quello che passa nel paese, si sono create negli anni– anche se non siamo tecnici- diverse situazioni di potenziale pericolo o almeno di preoccupazione.
Quali sono questi potenziali punti critici?
Al di là dell' urbanizzazione, edificazione e occupazione nel corso di anni di zone adiacenti al fiume o in cui era possibile un’esondazione del fiume senza troppi danni ( vedi per es. foto storiche e google earth )
"Piana del mulino" negli anni
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Pradonne anni 60-70?
"Pradonne" nel 1944 e ora |
e senza come detto pretendere di essere dei tecnici, a nostro avviso un tratto potenzialmente critico è quello compreso tra quelli che una volta si chiamavano “ponte vecchio” e “ponte nuovo”, (quello sulla ex statale, per intenderci). In questo tratto:
· Il letto del fiume è stato negli anni ristretto nel tratto fra il ponte e la passerella di via Garibaldi mediante la costruzione di un terrapieno all'interno dell'alveo, lungo la riva destra;
· la passerella di via Garibaldi è bassa e in caso di innalzamento del livello dell'acqua (reso più facile dal ricordato restringimento dell'alveo) può trasformarsi in diga provocando l'esondazione del fiume nella piazza e nel quartiere a valle della stessa: questo a ns. avviso è il punto più critico, dove sarebbe auspicabile un intervento: alzare la passerella ( il che significa forse farne una nuova)
· a valle della passerella l'alveo negli anni è stato ristretto in misura ancora maggiore prima con la torre dei telefoni collocata in centro del paese (a proposito, come stiamo a elettrosmog?) e adiacente al letto del fiume, e poi in seguito con la creazione di una massicciata in pietroni digradante verso il fiume lungo la strada fiancheggiante la riva destra del Bormida: tutto spazio sottratto al deflusso dell'acqua;
· il “Ponte Nuovo”, originariamente realizzato con sette arcate, ne ha soltanto più due libere (ora ne è previsto l'allargamento)
· il letto del fiume, già così ristretto, è inoltre spesso trasformato in una selva rigogliosa
Come si vede, i motivi di preoccupazione non sono pochi: ricordiamo che stiamo parlando del centro del paese di Carcare e che l'acqua non si comprime.
Un'esondazione del fiume in questo tratto potrebbe avere gravi conseguenze: a valle c'è un intero quartiere e numerosi insediamenti artigianali. Forse è meglio prevenire finché si è in tempo.
Sarà opportuno ricordare che nel tratto del fiume Bormida che attraversa Carcare passa l’acqua caduta sul bacino del Bormida a monte. La superficie totale dei tre comuni interessati (Bormida, Pallare, Carcare) è di circa 54 km. quadrati. Non tutti probabilmente fanno parte del bacino del fiume Bormida, ovvero dell’area che manda a Carcare le piogge che riceve. Non siamo tecnici, né cartografi, né ingegneri delle acque, ma sarebbe interessante sapere quanta di questa superficie convogli le sue acque sotto la passerella di Carcare. Ipotizziamo che meno della metà di questa superficie mandi le sue acque a Carcare, ovvero 25 km. quadrati. Poiché 1 kmq corrisponde a un milione di mq (1000 x1000) ne consegue che 25 kmq corrispondono a 25 Milioni di mq. Se durante una pioggia violenta cadono, per fare un esempio, 200 mm di acqua per metro quadro (ovvero 0,2 metri cubi per metro quadro) ne consegue che cadono 5 milioni di metri cubi di acqua. Ovviamente non tutta questa quantità di acqua finisce subito e contemporaneamente nel fiume. Ma parte sì, soprattutto in caso di piogge prolungate.
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La "passerella" a fine '800: la sponda destra tutta libera (sullo sfondo la vecchia chiesa parrocchiale) |
E allora, quanti metri cubi di acqua possono finire nel fiume e passare contemporaneamente sotto la non alta passerella che valica il Bormida a Carcare?
Come ricordato sopra, noi non siamo tecnici, ma qualche interrogativo ce lo poniamo.
L’acqua non si comprime, se si restringe la sezione in larghezza, si alza in altezza.
Le alluvioni non sono fenomeni imprevedibili, meglio prevenire che spalare il fango dopo.
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Carcare “Ponte vecchio” Visibili le fasi di ricostruzione del ponte e, alla base, i resti di quello distrutto ( dall’inondazione del 1878 ?) |
E non diamo la colpa alla natura: illa se bene gerit, come scrisse duemila anni or sono Seneca, lei fa il suo lavoro. E’ l’uomo che le mette i bastoni fra le ruote, ingombrando e restringendo l’alveo dei fiumi.
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(Aggiornamenti 2023-24)
C'era una volta un filare di alberi
A Carcare, lungo la sponda destra del fiume (zona via Abba), c'era una volta un bel filare di alberi, tra i quali un platano maestoso.
C'era una volta, perché (2023) sono stati abbattuti, fra le inevitabili discussioni, per mettere in sicurezza quel tratto di fiume allargandone l'alveo.
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Come volevasi dimostrare?
(aggiornamento ottobre 2024)
Notte
fra il 26 e il 27 ottobre 2024: il Bormida esce ed allaga
via Abba:
garage trasformati in piscine, androni di palazzi coperti di fango,
cantine allagate. passerella
contorta e danneggiata.
E
dove è esondato il fiume?
All'altezza
della passerella fra via Garibaldi e la piazza: quella
passerella, che avevamo detto troppo bassa, ha fatto da
diga bloccando i detriti, tronchi, interi alberi
trasportati dal fiume, che è così esondato, proprio dove e come avevamo temuto e avvertito: ed ecco i risultati
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