Nel 1824 gli ultimi attacchi mortali nella valle
Leonello Oliveri
Proprietà Letteraria Riservata
Riproduzione Vietata
Ma in passato non disdegnava neppure i bipedi, specie quelli piccoli.
Ecco, per esempio, cosa successe a Bardineto il 23 novembre 1824: “Ieri l’altro verso il giogo di Toirano due grossi lupi si avvicinarono a due ragazzi che stavano alla pastura e, non curando le loro grida e schiamazzi, presero loro una capra e se la portarono via. Detti due lupi, pochi giorni prima, passarono di nottetempo nel Borgo maggiore, si lanciarono sopra un cane da lupo e lo sbranarono sotto la chiesa parrocchiale; e sono varii giorni che continuamente si vedono intorno a questo paese, per cui questi abitanti non si fidano andar a lavorare nelle loro campagne” (1).
In quella occasione, fortunatamente, non ci fu nessun attacco a persone.
Ma andrà molto peggio due giorni dopo nella regione di Muschieto (Bardineto), dove una qualche “bestia feroce” sbranò una ragazzina di 14 anni. Infatti ”Certa Domenica Ghiglino, figlia di Giuseppe e Catterina Martino, di Bardineto, il giorno 25 novembre 1824, essendo andata alla pastura con tre bovine di suo padre nella regione detta “Moglia di Boero” vicino alle case della borgata detta di Muschieto, fu assalita da qualche bestia feroce che l’ha divorata, avendo soltanto lasciato sul luogo, dove l’ha assalita, il capo e parte della cavità del petto e le ossa della coscia e della gamba. Detta ragazza era dell’età di circa 14 anni e, quantunque il luogo dove fu assalita fosse vicino alla borgata Muschieto e vi fossero persone a lavorare in quelle vicinanza, e segnatamente il padre e la madre della medesima, non si sentì grido alcuno. Dall’esame del cadavere si è osservato che fu presa per il collo e così svenata dalla parte destra. Conviene perciò supporre che sia stata improvvisamente assalita e svenata. Nel suo ritorno dalla campagna il padre andò alla ricerca della ragazza, non vedendola comparire col bestiame, e malgrado tutta l’attività e diligenza usata non poté ritrovarla, avendo soltanto ritrovato il bestiame disperso per la campagna ed alquanto lungi dal cadavere, che fu soltanto ritrovato ieri mattina (26 detto mese)” (2).
In quell’inverno i lupi dovevano essere assai affamati: un mese dopo, un altro attacco, ancora nel territorio di Bardineto, ancora contro due pastorelli, ancora mortale: “Il giorno 29 dicembre 1824 Giò Batta Zunino di Pellegro, giovinetto di anni 10, fu la seconda vittima delle feroci belve che vagavano sul territorio di Bardinetto. Il triste fatto avvenne nella regione detta “ritano del Gambero” mentre il detto giovane, in compagnia di Giuseppe Borgna di anni 15 trovavasi al pascolo dei bestiami. Fu assalito da un lupo mentre era staccatosi dal detto Borgna per far retrocedere il loro bestiame che si avanzava verso la fini di Castelvecchio; fu sentito gridare una sola volta e fu scannato nella gola da detta fiera e strascinato nel cosiddetto “ritano del Marro” in distanza da detto sito di circa 200 passi, ove fu ritrovato il cadavere nudo e mangiato in tutto il collo, nelle parti esteriori d’ ambe le coscie, sotto il basso ventre fino allo scroto e nella polpa della gamba sinistra” (3).
![]() |
| L'annotazione del parroco di Bormida sull'attacco mortale del lupo ( 29 /12/1824) |
Questi attacchi reiterati di lupi, con vittime (bipedi!), provocano l’intervento del Comando Militare della Provincia di Savona, che con una circolare del 3 gennaio 1825, (immediatamente successiva agli attacchi a Bardineto e Bormida) “giusta l’esistenza di lupi nelle montagne e boschi di questa provincia, per cui rimase vittima alcuni individui, autorizzo la SVI (sindaco di Millesimo) a scegliere 10 individui dei più prodi, muniti di fucile loro (..) a ritrovarsi il giorno 10 a Murialdo, per estirpare siffatti animali. L’intendenza pagherà per una Lupa L. 30, per un lupo adulto L. 15, per un lupino L.6” (5). Trenta lire erano l’equivalente di 15 giornate di lavoro.
Ma non solo la zona di Bormida, Bardineto, Murialdo era territorio di caccia per i lupi. Anche più a sud, nella zona di Montenotte i lupi avevano fatto la loro tragica comparsa. V. Scaglione ci testimonia che a Montenotte “ il 16 ottobre 1802 Scarone Sebastiano di anni 4, figlio di Gio. Batta abitante in Montenotte Inf. fu dilaniato e ucciso dal lupo”. Un’altra aggressione mortale il 10 settembre dell’anno successivo, 1803, quando ”Bonifacino Giacomo, di anni sette, fu ucciso dal lupo” (6).
Guardiamo quale era la situazione
in quegli anni dalle pagine di G.
Martini, Storia d’Italia dal 1814 al 1834, Torino 1850, l. VII, l. VII,
p. 216 : “Infestavano da qualche tempo questi ospiti feroci le campagne
de Cantoni elvetici, allorché le
autorità del paese per liberarsene ordinarono una caccia generale e, come
sempre si pratica fra buoni vicini, ne diedero avviso ai governanti piemontesi
affinché prendessero dal canto loro gli usati provvedimenti: Ma costoro avevano
ben altre cose più importanti da curare che la faccenda dei lupi: Un giorno era
il cerimoniale di corte che si doveva regolare, un altro il baciamano (etc. etc
) (…) : Mancava il tempo, o era scarso, alle cure minori. Cacciati
pertanto per l'incessante rumore di tante armi
all'interno dalle montagne
elvetiche, e trovati aperti i
varchi dall'Alpi in Piemonte, poterono gl'importuni
visitatori discendere dalle più elevate
regioni di quella catena ricca di selve, e spargersi perfino a devastare i siti
più popolosi ed abitati, propinqui al mare. Moltiplicatisi, c spinti
dal naturale bisogno di alimentare la vita, uscivano dalle
loro tane, e uniti o sbrancati assalivano, non più gli armenti o gli animali, ma le stesse persone che andavano a far legna o altro ne' boschi,
di alcune di loro cibandosi fino
a sazietà; di
altre mutilando soltanto i
corpi; di tutte facendo un orribile strazio. Poche furono le
famiglie che non lamentassero la perdita di un padre, di un figlio o fratello
nelle terre visitate dai lupi: la provincia di San Remo soprattutto, nella
parte occidentale della Liguria, ogni giorno funestata dalla vista di una cara
ed amata persona divorata o malconcia”.
![]() |
| ( Disegno di fantasia non relativo alla ns. terra) |
Il lupo era quindi una presenza non saltuaria, in Val Bormida, e temuta. Nel 1583 gli Scarampi, signori di Cairo, avevano dato precise istruzioni ai loro contadini in caso di aggressioni di lupi nella zona di Montenotte: “Se il lupo veniva contro i porci, passassero di qua dal ritano di Montebeverotto verso il Dego e lasciassero stare i porci al lupo” (8).
Proprio questo timore spiega le disposizioni contro questi
carnivori (perché tali sono i lupi) presenti in numerosi statuti medioevali e
tardo medioevali che ne incentivavano con premi la caccia e l’eliminazione.
Leggiamo, per es., cosa dicevano gli Statuti di Osiglia del 1454 alla rubr. 30:
“Di più hanno statuito et ordinato che ogni persona di Osiglia, la quale
prenderà alcuna bestia lupo o lupa, grosso o grossa, in tutto il territorio e
fini di Osiglia e ancora fuori delle fini circostanti della detta Villa in
qualsivoglia modo li prenderà, abbia e debba avere per ogni lupo o lupa soldi
venti di Genova, cioè grosso o grossa. E quello che prenderà detto lupo o lupa
sia tenuto e debba con la pelle e carni costituirlo avanti a tre buoni
testimoni ed idonei d'Osiglia e che se quella persona che prenderà detto lupo o
lupa farà qualche frode, cioè che non lo prendesse o che lo comprasse, o quelli
o quello prendesse in prestito da alcuno o gli otterrà o avrà con qualche
frode, che sia e debba essere in bando e pena di soldi sessanta di Genova(...)
E per ogni lupotto o lupotta piccolo o piccola, il quale o la quale prenderà, abbia
e debba avere soldi ondeci di Genova(...)".
In compenso c’è chi fa trekking sull’Alta Via, bikers e fungaioli nei sentieri fra i boschi, pic nic fra il verde di famigliole con bimbi al seguito.
E lupi…
Speriamo che le loro strade non si incrocino mai, perché, come si dice, “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. E come ben si sa i lupi hanno… una fame da lupi..
![]() |
| La Stampa, 7 dicembre 2024 |
![]() |
| "Ora" scatta l'allarme?" Ora? Forse avrebbe dovuto scattare 20 anni fa? |
Leonello Oliveri
Proprietà Letteraria Riservata
Riproduzione Vietata
Ps. Le immagini con i titoli dei giornali sono state prese dalle locandine dei quotidiani La Stampa e il Secolo XIX, i fotogrammi dai video internet https://www.youtube.com/watch?v=-iCu7en0wdc e https://www.youtube.com/watch?v=aIHt8MXxLqo









