COME ERAVAMO - I NOSTRI PAESI NELL'800: POCHE CASTAGNE E TANTA FATICA
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Conoscere la storia della terra in cui si vive dovrebbe essere un'esigenza di tutti. Esiste infatti una linea continua di evoluzione che lega il presenta al passato e al futuro, e solo con la prospettiva della storia si può tentare di conoscere una realtà…, e quindi in essa agire e operare per migliorarla. Ciò valido per tutti, sia per chi è investito di compiti e responsabilità… gestionali, sia semplicemente per chi nel territorio vuole vivere con consapevolezza e rispetto dell'ambiente che lo circonda.
Per questo può essere interessante andare a scoprire come eravamo una volta, per vedere quali, e di qual tipo, sono stati i cambiamenti fra la nostra vita e quella di chi ci ha preceduto nella nostra valle 100, 200 anni or sono.
Per il nostro veloce tuffo nel passato utilizzeremo come guida un libro scritto nel 1824 dal conte francese Chabrol de Volvic (1773-1843) che fu inviato da Napoleone come prefetto del Dipartimento di Montenotte (da Oneglia ad Acqui, con "capitale" Savona) dopo la conquista francese dell'Italia settentrionale. Della sua permanenza a Savona, dal 1806 al 1812, restano numerosi frutti, primo fra tutti la realizzazione della grande strada da Savona a Ceva-Alessandria. Resta appunto anche un libro, testimone del suo desiderio di conoscere la realtà…, la storia e i problemi delle terre a lui affidate: Si tratta dei due grossi volumi intitolati "Statistique des provinces de Savone, d'Oneille, d?Acqui et de la partie de la province de Mondovi formant l'ancien dèpartement de Montenotte", stampati a Parigi nel 1824, che costituiscono un'autentica miniera di notizie storiche, economiche e statistiche sui nostri paesi. Da essi stralciamo quanto lo Chabrol scrisse a proposito di alcuni centri della Val Bormida.
"A Carcare l'aria è assai salubre”
"Carcare conta 777 individui divisi in 155 famiglie. Questo paese È attraversato dalla Bormida. La temperatura è pressapoco quella di Cairo ma l'esposizione È migliore e più salubre. Le colline circostanti sono ben coltivate benché il terreno sia sabbioso e poco fertile. La produzione del pese consiste in frumento, grano, castagne, vino e foraggio. Il raccolto basta appena al consumo locale. Il commercio vi È attivo e si accresce giornalmente dopo l'apertura della strada per Savona che si divide proprio in questo paese andando da una parte in Piemonte, dall'altra nel Monferrato.
Esiste a Carcare un collegio dove sono attualmente solo 16 convittori. Fu fondato nel 1621 da una fondazione del sig. Castellani. Sei studenti di questo comune devono essere mantenuti agli studi a Roma e quattro ragazze devono ricevere la dote con le rendite della fondazione : ma queste rendite non arrivano più da quando la Banca di Roma ha sospeso i pagamenti e dato che non è più permesso di inviare i ragazzi in collegi stranieri.
Nel paese esiste una chiesa, tre cappelle e un ospedale con una rendita di 240 franchi".
Le notizie riportare dallo Chabrol ci forniscono alcuni dati interessanti, sia sull'economia (allora incentrata sull'agricoltura ma con una certa componente commerciale: già allora Carcare svelava la sua vocazione a centro di servizi e commerciale) sia sulla demografia: 777 ab. divisi in 155 famiglie, come dire oltre 5 persone per famiglie, media ben diversa da quella attuale.
Interessanti anche le informazioni, per altro già note, sulla "fondazione Castellani", specie per quanto concerne il fatto che tramite le sue rendite si dovevano dotare quattro ragazze e far studiare a Roma sei ragazzi: e pensiamo un momento cosa doveva significare per un piccolo paese contadino la possibilità di far studiare (e a Roma!) sei suoi figli in quei secoli di miseria e ignoranza. Quali ripercussioni positive dovette avere, per l'intero paese, questo privilegio fornito dai fratelli Castellani che si mantenne, a quanto pare, dal 1621 agli anni dell'invasione napoleonica (1796)! E quale svantaggio fu, per il paese, la proibizione (a quanto pare dovuta alle nuove autorità francesi) di mandare a studiare i figli in collegi "stranieri"!
“Millesimo un ponte ben costrutto.."
"Millesimo, capoluogo del cantone, possiede sul fiume Bormida un ponte ben costrutto (..) Esiste, in faccia al castello, una piazza o via larga, fiancheggiata da arcate. Il borgo È circondato da muraglie, in forma di quadrilatero. La popolazione È di 1020 abitanti. Il territorio produce vino, castagne, grano, foraggio. Il freddo è assai pungente in inverno a causa delle alte montagne vicine; il territorio È soggetto alla brina e alle inondazioni della Bormida, le stesse case del borgo ne sono talvolta danneggiate. E' un comune di creazione recente, il suo territorio fu formato dallo smembramento di quelli di Plodio, Biestro e Roccavignale nel 1536. Ciò diede origine a lamentele che ancora permangono. Nel borgo esiste un piccolo ospedale, sufficientemente grande per il paese. Nella zona ci fu, nel 1630, una malattia contagiosa che produsse grandi rovine: Avvenne allora una emigrazione considerevole verso la Spagna (..)". Lo Chabrol continua con un riassunto delle principali vicende storiche che interessarono Millesimo. Pur non dicendo, nel complesso, nulla di nuovo, le informazioni dello Chabrol sono comunque interessanti: il numero degli abitanti, il particolare del ponte "ben costrutto" (la Gaietta) e dell' attraversamento del paese facile (allora.. e oggi?), il ricordo della peste (ma nel 1631, non 1630) e dell'emigrazione in Spagna, l'economia basata su vino, castagne, grano e foraggio: una descrizione di un piccolo borgo agricolo orami irrimediabilmente perduto.
A Cosseria l'aria è viziata
Cosseria viene dallo Chabrol ricordata con poche righe: "Cosseria è divisa in diverse frazioni, di cui la maggior parte è situata ai piedi della montagna del castello. La produzione principale del paese consiste in vino. Vi si raccoglie anche grano e qualche legume, castagne, foraggio e canapa. Il territorio È fertile, salvo la parte costituita da tufo che occupa i 2/5. Il clima È assai bello, ma l'aria è viziata dalla canapa che gli abitanti fanno macerare pressol le loro abitazioni. I raccolti sovente soffrono per la mancanza d'acqua. La popolazione È di 740 abitanti". Anche per questo paese è quindi ricostruita una fisionomia di centro agricolo, gran produttore -allora- di vino. Oggi qualcosa è cambiato (le viti e la canapa sono sparite), qualcosa è ancora avvertibile (in estate talora l'acqua scarseggia come allora), qualcosa ha solo cambiato forma: non c'è più la canapa a "viziare" l'aria ma in compenso è arrivata l'industrializzazione.
Mallare, centro industriale
" Mallare, scrive lo Chabrol, è situato ai piedi dell'appennino, in una valle fredda e ombrosa; il suo territorio è povero ". L'industria viene però in soccorso agli abitanti: esistono infatti tre forge in questo territorio. Esisteva una volta un ospedale ( a Fornelli) dove dovevano essere nutriti, curati e vestiti 12 malati .. Essendo poi stato ridotto da priorato a semplice abbazia, l'ospedale fu abolito: ora però si sogna di ristabilirlo.
La popolazione del paese è di 1151 individui divisi in 208 famiglie". Interessante la citazione delle tre forge ancora esistenti nel paese a Codevilla, a Olano e in loc. Soprana. Da altre fonti sappiamo che esse davano lavoro per sei mesi all'anno ai 2/3 della popolazione, producendo annualmente circa 1000 quintali di ferro in verghe. Interessanti anche i dati relativi alla popolazione e al numero delle famiglie, ognuna delle quali aveva una consistenza media di 5,5 persone, ben diversa quindi dall'attuale (3,1). Quanto poi al "sogno" dell'ospedale esso era destinato a diventare secolare! Notevole anche l’attenzione dello Chabrol per cercare di migliorare ed incrementare le risorse dei territori a lui affidati: la terra può infatti "essere coltivata in modo migliore", i castagni selvatici che coprono la sommità dei monti e che attualmente danno poco prodotto dovrebbero essere innestati”
A Pallare abitanti "poco industriosi"?
"Pallare -è sempre lo Chabrol che lo ricorda- è diviso in nove piccole frazioni. La principale produzione del paese consiste in castagne. I boschi comunali sono vasti, ma sono stati rovinati in queste ultime guerre.
Il clima è meno rigido rispetto a quello di Bormida, ma ugualmente salubre. Il suo territorio in pianura sarebbe abbastanza fertile, se non fosse devastato dalle inondazioni della Bormida, che trascina in questo punto parecchie pietre e sabbia. Quello che il fiume risparmia è il terreno meglio coltivato del cantone, produce grano e legumi. Una forgia contribuisce alle risorse degli abitanti, che sono generalmente poco industriosi e poco lavoratori. La popolazione è di 506 individui per un totale di 109 famiglie”
Anche a Pallare interessanti i dati relativi alla popolazione e al numero delle famiglie, ognuna delle quali aveva una consistenza media di 4,6 persone.
E' curioso il fatto che lo Chabrol prima definisca il territorio comunale di Pallare come quello meglio coltivato della zona, e che poi gratifichi gli abitanti del poco lusinghiero giudizio di "poco industriosi e poco lavoratori": è possibile che a questo giudizio non sia estranea una certa riottosità dei pallaresi (testimoniata dalle fonti francesi) nei confronti del Governo francese di cui gli stessi si erano trovati sudditi? Per quanto infine riguarda la forgia, essa era stata costruita intorno al 1785 sulla riva destra della Bormida, a nord del "bricco della Sorte".
Bormida: primi nella coltivazione
Se qualche appunto lo Chabrol riteneva opportuno fare ai pallaresi, tutto ok., invece, a Bormida: "E' un paese agricolo in una valle profonda ai piedi della montagna del Settepani. Il territorio comunale è ricco di pascoli e boschi, il clima È rigido ma l'aria È salubre. Il principale prodotto consiste in castagne, ma si raccolgono anche legumi e grano. Il territorio di questo comune è uno dei meglio coltivati. Le sue acque abbondanti vi hanno reso possibile la costruzione di tre forge che danno lavoro agli abitanti. Il paese partecipò dei vantaggi del marchesato di Finale di cui fece parte, e pagava poche tasse: questo fu probabilmente la causa della sua crescita. Esiste nel comune una piccola scuola primaria e un ente di beneficenza che amministra un legato per dare la dote alle ragazze povere al momento delle nozze. La sua popolazione È di 703 individui divisi in 153 famiglie".
Quando Bormida apparteneva al Marchesato di Finale pagava poche tasse: qui lo Chabrol ha, forse senza accorgersi, sfiorato uno degli elementi negativi (assieme alla coscrizione obbligatoria) del dominio francese, per altri versi moderno e positivo: la pressione fiscale da esso esercitata fu notevole, specie su comunità… agricole che non disponevano del contante indispensabile per il pagamento delle tasse e che quindi erano costrette a cercar di produrre per il mercato onde procurarsi tali fondi, dando vita a produzioni estranee alla zona e di non grande resa economica, (vedi il vino a Cosseria) in quanto finalizzate quasi esclusivamente al pagamento delle imposte e da esse assorbite senza positive ricadute.
Di qui le ripercussioni sugli abitanti ad ogni crisi esterna che, pur non riguardandoli direttamente, finiva per impedir loro di procurarsi il denaro per le tasse.
"Procedere con fermezza, sordi alle raccomandazioni.."
Al termine della sua carrellata, lo Chabrol trae alcune conclusioni sull'indole e sul carattere delle popolazioni a lui affidate: "La docilità che forma il fondo degli abitanti facilita il cammino di chi li deve amministrare. Si può, con lo zelo e il desiderio di ben fare, ottenere la loro fiducia: È sufficiente procedere costantemente con fermezza, mostrandosi sordi ad ogni raccomandazione interessata, tenendosi al di sopra di una folla di piccole passioni che si agitano senza tregua, perché non esiste calma in un clima dove gli spiriti sono così attivi, le immaginazioni così vive, gli amori così suscettibili. (...) I difetti che si mescolano a queste qualità… sono una rivalità… faziosa che si vede sovente degenerare in sentimenti di rivalsa ed ostilità". Zelo e desiderio di ben fare come qualità richieste agli amministratori, oltre alla necessità di mostrarsi sordi alle raccomandazioni; spiriti attivi, amor proprio, suscettibilità e rivalità spinta fino alla rivalsa quali caratteristiche degli amministrati: non c'è che dire, lo Chabrol sapeva conoscere la gente.
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