venerdì 26 aprile 2024

La "questione" dell' Inno d'Italia: Mameli, Canata e il Collegio di Carcare

 

 


Leonello Oliveri

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( in costruzione)

Era il 1961, centenario dell’Unità d’Italia.

All’epoca, giovane studentello, frequentavo le scuole medie nel Collegio delle Scuole Pie di Carcare. Per celebrare l’anniversario la scuola organizzò una gita a Torino,

Il Collegio delle Scuole Pie di Carcare

 per vedere i padiglioni di Italia ’61. Ricordo ancora il viaggio, breve ma per noi elettrizzante, sulla monorotaia. Nell'occasione visitammo anche il Museo del Risorgimento. Al ritorno uno dei padri  insegnanti accompagnatori ci disse (più o meno): “Sapete ragazzi che l’Inno di Mameli potrebbe essere  nato a Carcare, nel nostro Collegio, e che alla sua origine potrebbe non essere estraneo un nostro insegnante, il p. Canata?”.

Fu allora che per la prima volta  udii il nome di Carcare, del Collegio delle Scuole Pie e del padre Atanasio Canata collegati all’Inno di Mameli.

 

mercoledì 24 aprile 2024

LA CONQUISTA DEI DIRITTI NELLA VALBORMIDA MEDIEVALE

 


Ogni diritto va conquistato,
ogni conquista va difesa (W.Ledroit)

Leonello Oliveri


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Studiare la storia della propria terra significa anche riscoprire le lente, sofferte tappe attraverso le quali coloro che ci precedettero arrivarono nel tempo a costruire per sé e per i

Cosseria 1491

propri figli una vita di uomini liberi.

 La conquista della dignità di un uomo, dei diritti civili e sociali, fu un lento travaglio iniziato (o meglio, iniziato di nuovo) nel Medioevo e che mai può dirsi concluso, perché non solo la libertà ma anche i  diritti fondamentali, primo fra tutti l’indipendenza dalla povertà, non sono un bene che si conquista una volta per tutte: e ciò è tanto più attuale oggi, in un periodo nel quale talora -con il pretesto delle precarie condizioni di sicurezza ed economiche in cui si vive- i nostri fondamentali diritti civili e sociali sono tutt'altro che considerati intangibili. Quanto si è conquistato con secoli di lotte può essere riperso, in un attimo o per lenta erosione,  e per riconquistarlo occorrono nuovamente secoli.

C’è un esempio illuminante al riguardo: nel 287 a. C. con la lex Hortensia ([1]) la plebe romana ottiene una conquista importantissima: le sue deliberazioni diventarono  legge per tutti, patrizi e plebei. In  quell’anno si conclude un iter di lotte iniziato oltre 200 anni prima, e i plebei conquistano l’uguaglianza giuridica nei confronti dei patrizi:  da allora tutti i cittadini romani ebbero (teoricamente) gli stessi diritti ([2]). Tale uguaglianza verrà persa 300 anni dopo, quando la Repubblica diverrà Impero. Ebbene, per riconquistare tali diritti, e prima di tutti quello di voto, occorreranno duemila anni di lotte: perché tutti (i maschi liberi e maggiorenni) potessero riottenere il diritto di voto in Italia bisognerà infatti aspettare fino alla riforma elettorale del 1912 (suffragio universale maschile). Insomma, la plebe di Roma aveva più diritti 2000 anni fa di quanti ne avessero i nostri bisnonni all’inizio del secolo ([3]).

lunedì 22 aprile 2024

ABBA, ECO E IL CIMITERO DI PRAGA

 

ABBA,  ECO E IL CIMITERO DI PRAGA

Leonello Oliveri


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            Penso che molti lettori conoscano, almeno per sentito dire, il nome di Umberto Eco:


romanziere, saggista, semiologo, studioso di linguistica e dei fenomeni contemporanei. Fu l’autore de  Il nome della rosa, a mio giudizio il suo romanzo più bello e uno dei più belli ed avvincenti che io abbia mai letto.

Poi di suo lessi il Pendolo di Foucaud e  Baudolino, che invece mi piacquero meno.

L’Italia? Un feudo di furbi, viventi di mutua assistenza e di mutui salvataggi (G.Cesare Abba)

 Leonello Oliveri

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Questa frase ha oltre 100 anni, e il suo autore è un valbormidese illustre del passato: si tratta
G.C. Abba

infatti di Giuseppe Cesare Abba, il cantore “dei mille” di Garibaldi.
A lui, o meglio agli ultimi anni melanconici della sua vita, pieni di disillusioni e di crolli delle speranze per le quali aveva lottato, sono dedicate queste brevi note.
Terminata l'esperienza dei 1000, Abba non segue Garibaldi nella spedizione verso Roma del 1862: le condizioni politiche sono mutate, Vittorio Emanuele II ha stipulato un accordo con Napoleone III, i garibaldini arrestati in Aspromonte con Garibaldi da eroi diventano sovversivi e vengono imprigionati in quelli che qualcuno definì "i lager dei Savoia": 473 nel forte di Bard, 467 in quelli di Genova, 91 a Exilles, 200 nel forte di Vado Ligure, una decina nei gelidi e malsani stanzoni di quello di Fenestrelle.

 

domenica 21 aprile 2024

Atanasio Canata, l’insegnante di Abba nel Collegio delle Scuole Pie




Leonello Oliveri
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Nel 1961 “si è spento un faro in Val Bormida”:  così qualcuno commentò la fine dell’attività


scolastica del Collegio delle Scuole Pie di Carcare (SV) in quell’anno:  i padri scolopi restarono ancora nell’edificio, ma solo come sacerdoti della chiesa annessa al Collegio stesso.  Aveva così termine una storia che era iniziata quasi 350 anni prima, quando, nel lontano 1621, il sacerdote spagnolo, poi santo, Giuseppe Calasanzio, utilizzando dei terreni donatigli da due carcaresi, i fratelli Castellani, fondò in uno sperduto villaggio in un possesso spagnolo quello che sarebbe veramente diventato un faro per tutta la valle, diffondendo non solo fede e religione, ma anche insegnamento (allora gratuito). Col tempo il Collegio fornì un corso di studi completo, dalle elementari (gratuite) fino al liceo classico, ospitando convittori, semiconvittori ed esterni.

Domenico Maurizio Buccelli, scolopio pedagogo

Leonello Oliveri
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            Chierico scolopio (non volle mai essere ordinato sacerdote), insegnante, pedagogo, parendogli " crudeltà gettare di balzo i

fanciulli dall'abcd al rosa-rosae" fu l' "inventore" - nel collegio di Carcare, agli inizi dell’800- della cosiddetta "scuola intermedia" "tra la scuola del leggere e scrivere (oggi diremmo la scuola elementare) e quella di lingua latina" (le medie, ma quelle di una volta, e non tanto per il latino!), la prima scuola in cui si insegnava l'Italiano come materia di studio: la scuola di stato italiana dovrà aspettare ancora anni per vedere realizzato qualcosa del genere nel Regno di Sardegna. ”Fu questa la prima scuola nella quale la lingua nazionale costituiva materia di studio, essendo stata prima di allora sempre esclusa dai programmi di insegnamento, perché soffocata dallo studio del latino” (Casati, p. 50)

 In un'epoca di chiuso provincialismo, lui, legato d'amicizia con seguaci del giansenismo, scoprì inoltre l'importanza dei contatti con altre realtà scolastiche, con viaggi sia nel più avanzato territorio del Lombardo - Veneto sia in Svizzera e Germania

giovedì 4 aprile 2024

Giocattoli in legno artigianali autocostruiti

 Giocattoli: che passione!

Leonello Oliveri 

Complice la presenza di nipotini "in età giusta", il possesso di arnesi da falegname (rigorosamente manuali) eredità ultracentenaria di un nonno emigrante in USA, nonché un locale adatto, mi sono  buttato nella realizzazione di giocattoli rigorosamente in legno. Lo  scopo era.. divertire i nipotini (e far loro riscoprire la manualità) ma alla fine... mi sono divertito anch'io.